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Asiatico. No, di colore. Comunque, depresso. Ma… la sua religione?

L’attentatore di Londra per i media, è “asiatico”. In serata, diventa “di colore”.
Che è come dire che se uno di noi fa saltare in aria una stazione per affermare con il terrorismo le proprie idee religiose o politiche, è… europeo. O bianco.
Certo, quello è asiatico, e noi siamo europei. Lui è di colore e noi bianchi. Siamo anche essere umani se per questo. Pure terrestri.
Scrivo questo non per ironia spiccia o irrefrenabile polemica. Ma per far capire a tutti, ma proprio tutti – perché ci sono ancora moltissimi, incredibile a dirsi, che non capiscono – quanto siamo manipolati dagli strumenti di formazione pseudoculturale e di pseudoinformazione.
Lo vogliamo capire che esistono in ogni parte del mondo, decine di migliaia di persone che sono pagate e adibite per leggere ciò che gli viene scritto e messo davanti? O che, per divenire “comunicatori” pubblici, sanno di dover essere ammaestrati e di dover obbedire per tutta la loro vita?
È incredibile? Non può essere vero?
Sicuri? Clinton-Trump non docet? Botteri style non ci è ancora chiaro?
L’attentatore è asiatico. No, di colore. Che poi è un imam non conta. Tanto… era depresso.
Mi chiedo: dopo centinaia di attentanti islamisti – o nei fini o nei mezzi, cosa che non corrisponde sempre – negli ultimi 25 anni, qualcuno si è mai posto la domanda su cosa avverrebbe se un attentato lo facesse un cattolico? Anche uno solo?
Verrebbe presentato come “europeo” oppure come “cattolico”?
Questa riflessione su quanto accaduto oggi rimane valida pure se domani ci dicono che l’attentatore era inglese di 60 generazioni. Sia perché tanto possono dire qualsiasi sciocchezza che tutti se la bevono, sia perché lo schema è sempre lo stesso da 25 anni.
Ovvero: c’è una realtà presente. La quale però non risponde ai piani di chi deve forgiare la realtà futura. Quindi, la realtà presente deve essere occultata o modificata secondo quei piani.
A tal fine sono pagati quasi tutti i giornalisti del mondo e quasi tutti i docenti, educatori, autori di libri e manuali, del mondo. E chi non si adegua non fa carriera, nella migliore delle ipotesi.
E questo ogni giorno, ogni giorno, ogni giorno. Per ogni evento. Perché ci sono infatti 7 miliardi di persone da forgiare. E vanno forgiate per essere pronte ad accettare “traguardi” di sovversione generale sempre più pazzeschi e illimitati, con un ritmo sempre più dirompente.
E poi, arriva il colpo di grazia finale per un miliardo di loro, quelli “sotto osservazione speciale”. Ovvero… “l’islam è una religione di pace”.
Ovvero… ognuno svolge, in questa guerra, il ruolo che gli è stato affidato.
CVD

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